Il 1911 e un tornante fondamentale per le culture politiche italiane: in quell'anno, infatti, il movimento nazionalista fu il protagonista della campagna per la conquista militare della Tripolitania e della Cirenaica, che trasformo il libicismo in un sentimento pervasivo di grandezza nazionale. Anche il mondo liberale comincio a risentire di quelle nuove prospettive: i nazionalisti furono avvertiti come un possibile fattore di ringiovanimento dello stesso liberalismo italiano, costretto quindi a rinnovarsi nelle idee e nei metodi politici.In questo volume s'indagano le forme di delegittimazione politica che si svilupparono in Italia attorno al - e a partire dal - movimento nazionalista, e le modalita con cui tale delegittimazione si lego alla presa del potere da parte del fascismo, passando per gli anni cruciali della Grande Guerra. Si cerca dunque di rispondere ad alcuni interrogativi fondamentali: quale fu l'apporto - culturale e politico - del movimento nazionalista alla nascita del regime fascista? Perche la marcia su Roma segno il definitivo tramonto del movimento stesso? Quali furono le motivazioni che spinsero molti esponenti del nazionalismo a lasciare le proprie posizioni originarie per abbracciare quelle del neonato regime?
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