Non altro che un chiacchierare con la sua mente intanto che passeggia, un giretto di paese con lo sguardo al cielo di un architetto che non fa altro che pensare. A volte canticchia altre si siede. Una grondaia, un odore: motivi per tenere il naso all'ins senza sapere dove mette i piedi. Si incarta con le parole, semplici e leggere, in piccoli monologhi che rimbalzano in una lavatrice di panni sporchi. Un dialogo con se stesso alla ricerca di soluzioni che possano tamponare momentaneamente i mille dubbi e riflessioni che ha nella testa. Prima che la prossima domanda arresti il precedente ragionamento l'architetto si permette di riflettere opinioni, di smembrare il significato del gusto e del piacere, dello stare e dell'andare, un'essenza pi che una professione che tira il filo tra la posa del mattone e la filosofia dell'interrogazione. Una totale immersione in un mondo di idee che a stento toccano le parole. Quando si spacca il concetto di libro, senza indici e righelli, senza numeri alle pagine, che cosa rimane?