Partendo dall'analisi delle differenti tesi degli studiosi locali sull'ubicazione del sito di Vitalba, la citt? che diede il nome all'omonima valle, si ? proceduto allo studio dei documenti, in cui essa, antica diocesi bizantina, viene menzionata come suffraganea dell'arcidiocesi di Bari-Canosa, fino alla sua definitiva scomparsa. Nello studio della geografia sacra del territorio, tra i pi? importanti luoghi di culto micaelico dell'Italia meridionale, il santuario di San Michele Arcangelo a Monticchio, insieme al santuario tradizionale della Valle di Vitalba, ovvero quello di S. Maria di Perno, il pi? rilevante possedimento del Goleto tra i secoli XII e XIII grazie alle cospicue donazioni, con il santuario di S. Maria in Agiis (l'odierna Madonna della Laudata nel territorio di Atella) e quello di S. Donato di Ripacandida che era un'importantissima meta di pellegrinaggi, testimoniano, con il loro inestimabile portato storico e demoetnoantropologico, la rilevanza e l'immenso valore del patrimonio secolare lucano, troppo spesso dimenticato e trascurato, all'interno di una terra ricchissima di cultura e tradizioni. Alla luce del fondamentale ruolo di antropizzazione e di aggregazione demica svolto in Basilicata sia dal monachesimo greco che latino, analizzando l'evoluzione e lo sviluppo territoriale degli insediamenti nel passaggio dall'et? romana e tardo-antica al periodo normanno-svevo e angioino, Atella, l'unica citt? lucana di fondazione angioina, il centro pi? rilevante della Valle di Vitalba nel XIV secolo, in un'epoca di profonda crisi e di mutamenti territoriali, demografici e socio-economici, indagandone lo sviluppo economico, il paesaggio urbano e rurale, ci ha offerto l'opportunit? di focalizzare l'attenzione su un esempio di nuovo centro di un giustizierato del Regno e di approfondire, sebbene il numero delle ricerche in tale direzione si riveli ancora esiguo, la questione delle comunit? rurali del Mezzogiorno medievale e tardomedievale. Attraverso poi una lettura storica e antologica, facendo perno su alcuni dei componimenti pi? significativi dei protagonisti d'arme come Francesco Gonzaga, Mario Equicola e Iacopo di Adria, sulla testimonianza francese di De Commines, sulla ricostruzione effettuata da Giovio, Malipiero e Sanudo su documenti d'epoca, e sulle riflessioni di Giacomo Racioppi, si ripercorrono gli avvenimenti e le fasi pi? notevoli dell'assedio di Atella nella micidiale estate malarica del 1496, esaminando le conseguenze e l'inevitabile declino che esso comport?, interrompendo drasticamente lo sviluppo del centro nel fiorente periodo aragonese.
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