Il "Belzeb?" di Gurdjieff necessita di essere considerato anche "alla lettera", e sebbene questo sia il livello essoterico dell'opera, esso si rivela il pi? insidioso, in quanto capovolge totalmente qualsiasi nostra visione e presunta conoscenza che crediamo di possedere sull'universo e sul significato della vita umana sulla Terra. Se interpretato soltanto dal punto di vista "analogico" e "allegorico", non si porr? mai il problema di dover rivedere da cima a fondo tutte le credenze e le certezze "scientificamente provate" che abbiamo acquisito attraverso il sapere soggettivo e fuorviante degli uomini n.1, 2 e 3. Appare chiara l'importanza del livello essoterico - ovvero delle stesse "fondamenta" - dell'opera di Gurdjieff, ancor di pi? se messo in relazione con lo scopo stesso che egli dichiara apertamente all'inizio del testo, ossia quello di distruggere senza piet? e senza alcun compromesso qualsiasi nozione fantasiosa e auto-tranquillante presente nei centri emozionale e intellettuale riguardo tutto ci? che esiste sulla Terra e nell'Universo. Considerando che tutto ci? che supponiamo di "sapere" proviene dalle influenze esterne che formano la nostra personalit?, l'aspetto essoterico, o letterale, del "Belzeb?" pone la sua azione proprio sulla superficie pi? esterna della psiche, ma in una forma tale che richiede, attraverso degli sforzi costanti e intensi, la partecipazione dell'essenza affinch? gli ammortizzatori della personalit? non si oppongano al processo di digestione di nuove impressioni. Tuttavia, qui non viene chiesto di credere ciecamente, ma di accettarne la plausibilit?, perch? solo in questo modo sar? possibile il confronto intenzionale tra i dati meccanicamente acquisiti in passato e le nuove impressioni. Da questo confronto non dovrebbe sopravvivere nulla delle vecchie credenze religiose, filosofiche, morali e scientifiche. Il piano letterale del Belzeb? pone immense difficolt? rispetto a tutto ci? che crediamo di conoscere gi?. Nei "Frammenti" di Ouspensky sentiamo Gurdjieff ripetere che la conoscenza oggettiva ? in contrasto con tutte le idee scientifiche, e aggiunge persino che esse non sono realmente "scientifiche", nel senso pieno del termine. Parallelamente a queste dichiarazioni presenta una scienza "nuova", ma allo stesso tempo pi? antica e universale, una vera scienza proveniente dalla ragione di esseri molto evoluti, che egli definisce "scienza oggettiva". Non una scienza terrestre, ideata o scoperta dai terrestri, ma una scienza universale, gi? ben nota a tutti gli esseri tricerebrali che popolano l'universo.