Con il sorprendente e inatteso trionfo di Parasite agli Oscar del febbraio 2020, a distanza di otto mesi dalla Palma d'Oro vinta a Cannes, si chiude il primo atto nella carriera cinematografica di Bong Joon-ho.
E nel centesimo anniversario della nascita del cinema in Corea, Hollywood celebra la vitalit di un movimento trascinante e decisivo, nel corso degli ultimi venticinque anni.
Bong utilizza il linguaggio dei generi, ma quasi sempre in grado di muoverne le coordinate narrative, in una continua sfida allo spettatore e alle sue attese.
Memorie di un assassino, Madre, Snowpiercer sono un viaggio umanissimo nella fragilit delle nostre vite, nelle frustrazioni dei pi giovani e nel dolore delle madri, nell'egoismo di chi ha troppo e nell'insofferenza di chi ha troppo poco. Fin dai suoi esordi, la critica pi aspra alle strutture sociali e alle istituzioni democratiche del suo Paese, si manifesta nelle forme della commedia e si nutre del lato grottesco dei suoi personaggi.
Il ritratto impietoso della Corea degli anni '80, tra caos e aneliti libertari, convive con quello dei nostri giorni: il paese dell'high-tech e del K-pop subisce, come molte democrazie avanzate, l'oscenit di enormi differenze sociali.